È sabato sera. Ti siedi in macchina senza sapere quale sarebbe stata la destinazione. Sai solo che si tratta di una cena annaffiata da anni di chiacchiere silenziose. Dopo qualche deviazione inaspettata (questa tecnologia!), ecco un cartello: San Maurizio Canavese, a La Credenza. Una padella che fa da campanello, alle pareti colori caldi, opere d’arte che fanno sentire a casa. Lo chef Giovanni Grasso è un omone gentile, divertente, con cui si entra subito in sintonia, che gironzola tra i tavoli controllando che tutto sia sotto controllo e consigliando i piatti giusti. Un amuse-bouche con un pomodorino ripieno, una piccola seppia in tempura, un sandwich di cavolo. Un menù originale e tradizionale allo stesso tempo, piatti colorati in cui i sapori si amalgamano perfettamente trovando il loro equilibrio naturale. Pesce crudo, verdure di stagione, pane fatto in casa.
Un dolce che è una delizia: mousse al cioccolato con un cuore di crema catalana all’arancio accompagnata da spaghetti caramellati e da una bolla di arancio sferificato. Ottimo vino. Un giro con Giovanni a visitare il piccolo giardino in cui crescono le erbe per le tisane e che in estate dev’essere una delizia, un salto nelle cantine e ovviamente una sbirciatina in cucina. Meravigliosa.
E per il resto…una serata sorridente. Bella davvero. Colma di parole, di risate sincere, di ricordi, racconti e progetti. Di passaporti. Di aceto di fichi. Di editing. Di domande, ma non troppe. Di risposte, nell’aria. Sicuramente inaspettata e imprevedibile. Ieri sera i pensieri tristi erano fuori, persi nella nebbia. Di nuovo. Grazie a te, inatteso navigatore.
Post soundtrack: I migliori anni della nostra vita, Renato Zero
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